Tre stili completamente differenti uno affianco all’altro sono stati presentati nella “collettiva d’arte generazionale” denominata “Scacco matto all’eterogeneo” la sera del 18 Gennaio in una delle osterie storiche di Treviso: da Arman.
Il vicepresidente della “Tavolozza Trevigiana”, Antonio Paolo Lavina, ha proposto opere astratte, lui che più di quarant’anni fa nasceva come artista figurativo.
“Violenza NO!” si propone di sensibilizzare sul tema della violenza contro le donne.
Una seconda opera che per essere apprezzata appieno necessità della spiegazione dell’artista, è quella dove sono esposte varie farfalle.
E’ stata realizzata a seguito di un attacco israeliano contro i palestinesi ed a perire ci furono anche dei bambini. Le farfalle, poste come quelle che i collezionisti infilano nei loro raccoglitori, simboleggiano questi bambini che non possono più volare come l’istinto loro imporrebbe. L’ultimo lepidottero è realizzato con il testo del giornale che narrava l’episodio di cronaca.
Fabiola Grollo, che ha presentato la serata, ha spiegato i quadri di Claudia Rossetti aka CRisalidi facendo rilevare come stranamente in questa esposizione sia quasi del tutto assente il colore, elemento che contraddistingue quasi tutte le opere della Rossetti, ma è questa una piccola anteprima di un lavoro che comprende in complessivo cento opere più un’installazione e si sta sviluppando grazie alla collaborazione di Valerio Pavan.
Fabiola pone l’accento come queste opere siano anch’esse, frutto di un’azione di getto, come l’esplosione di un vulcano, che in un attimo espelle fuori quanto è rimasto a covare per un lungo periodo dentro la psiche dell’artista.
“io devo agire così, scaraventando di getto le mie opere!” Precisa Claudia, “Quando ci rifletto non mi piacciono e mi trovo costretta a ridipingerci sopra!”
L’ultimo artista presentato è Stefano Bergamin che avanza una rivisitazione, personalizzata, dei girasoli di Vincent Van Gogh. La Grollo ci decifra il perché di questa scelta. Da piccolo, Stefano, mentre andava a scuola vedeva, con lo scorrere delle stagioni, differenti piante appassire e poi rinascere lungo il tragitto che connetteva la sua abitazione dall’istituto. Un caldo giorno notò, per la prima volta questo fiore giallo e si fermò per svariati minuti ad osservarlo, rapito dalla sua bellezza e dai colori vivaci che lo caratterizzano. Il ritardo di quelle osservazioni fu la causa del rimbrotto che sua madre le riconobbe per essere giunto dopo l’ora prevista.
“Tutti ricordano Van Gogh per i suoi quadri, ma nessuno cerca di andare nella profondità dell’uomo, quell’uomo che aveva svolto un importante percorso di conoscenza. Lui sapeva sei lingue, compreso il latino e il greco e aveva compiuto approfonditi studi sull’arte e sulla pittura. Era insomma un uomo colto che non fu compreso dalla massa dei suoi cittadini, ma che ancor oggi, io ritengo, non sia compreso dai miei contemporanei. L’artista cerca di comunicare con i suoi simili, ma quasi mai ci riesce”!
All’esposizione erano presenti anche importanti autorità comunali quali il vicesindaco Grigoletto Roberto e Anna Caterina Gabino che ha ripreso alcuni temi esposti.
L’assessore ritiene che l’opera artistica non sia esplosione frutto di un’illuminazione improvvisa, ma al contrario sia il frutto di un processo di sintesi maturato nel tempo. La realizzazione dell’opera può anche uscire di getto ma perché ciò accada deve aver alle spalle un sostanzioso processo di ricerca, dei materiali, delle tecniche, di sperimentazioni, senza il quale quell’attimo in cui tutto questo si concretizza, non sarebbe possibile.
La serata si è finita bagnata dall’ottimo Prosecco dell’osteria e da dei cicchetti, tra i quali alcuni con gorgonzola e radicchio trevigiano.
La galleria fotografica completa.
Mirco Venzo, Treviso, 19/01/2016