E’ Monja Schiavon la protagonista del salottino artistico tenutosi Venerdì 31 Marzo alla Pasticceria 300 di Giuseppe Zamparo e tenuto da Fabiola Grollo. La pittura di Monja è sempre autobiografica, spesso realizzata ad olio, anche se in taluni casi decide di usare i colori acrilici. Colori accesi e soggetti molto variegati, ricchi di simbologie. La passione per la pittura Monja la sviluppa giovanissima, ma le vicissitudini della vita l’hanno privata di questa passione per molti anni sino a che, recentemente, l’antico fuoco ha ripreso ad ardere, segno che non si era mai spento del tutto. E’ un’esigenza vitale, di realizzazione per lei, eruttare le sue opere. In effetti, da ciò che ho compreso da questo nuovo appuntamento con il salottino artistico, la produzione dei quadri avviene come in un parto, è un gesto veloce (due tre giorni) che esterna una creatura concretizzata dentro di lei nel tempo, in modo misterioso. Ogni opera è molto differente l’una dall’altra e dialogando con la pittrice emerge che neppure quanto appena scritto corrisponde al vero. Una delle tele esposte vede come protagonista una figura femminile che potremmo ricondurre alla donna di un mazzo di carte. Questa tela è dovuta rimaner incompleta sino a che una seconda tela, dove il protagonista era un re, non è stata terminata. E’ come se la chiusura della seconda opera fosse condizione indispensabile nella psiche dell’artista per chiudere anche il lavoro della prima. Questo lascia intendere che anche le gestazioni dei quadri percorrano diversi sentieri.
“L’immagine non è mai un linguaggio univoco, ma le simbologie aprono le porte a molteplici interpretazioni” affermava il regista e pittore Nicola Salvemini, presente al vernissage.
Le già citate simbologie, presenti nelle tele di Monja, rendono ancor più ampio lo spettro di decodifica delle opere tanto che spesso nel apprezzare l’una o nel rimanere turbati dall’altra, pare, più che un gusto personale, s’inneschi un processo di analisi introspettiva da parte del fruitore del quadro. Sicuramente questa è una situazione che si verifica in ogni quadro di ogni autore, ma Giuseppe ci confidava che con le opere di Monja i riscontri da parte dei clienti della pasticceria sono molto più accentuati rispetto alla norma. Segno indiscutibile che le sue tele hanno una capacità d’impatto verso il pubblico superiore alla media. Non credo dover aggiungere altro, riuscire a colpire chi si pone di fronte ad un quadro credo sia il principale obiettivo di ogni pittore, anche se solo pochi sanno farlo, direi solo i più talentuosi.
Mirco Venzo, Treviso 04/04/2017
Non posso che umilmente dire… Grazie 🙂